Il ruolo dell’intellettuale nella Società “Frantumata”

Il ruolo dell’intellettuale nella Società “Frantumata”

Introduzione

In un’epoca di crisi perpetua, la società attuale si presenta come un mosaico di frammenti: guerre incessanti, inflazione galoppante, l’avanzata dell’intelligenza artificiale e la minaccia esistenziale del cambiamento climatico. In questo contesto, l’intellettuale è chiamato a svolgere un ruolo cruciale, quello di mediatore tra il sapere e l’agire, tra la teoria e la prassi. Per cercare di stabilire le connessioni tra pezzi di un puzzle arduo da completare, l’intellettuale deve avviare un percorso di revisione della propria funzione: da sofista di merci ad agire connettivo per delineare una missione di rispristino di equilibrio in un mondo in frantumi.

Una forma di opposizione

Secondo Albert Camus, l’intellettuale deve lottare contro l’assurdo ed avviare un processo di divorzio tra l’uomo e la sua vita assumendo come oggetto fondamentale della propria missione l’impegno rilevante verso una giusta causa. Attualmente, il mondo affronta una fase di riequilibrio delle strutture di potere; effetti globali comportano conseguenze a livello locale in disordini esistenziali che si manifestano mediante forme di violenza radicale. Parti della società sono disconnesse e isolate da una forma di rappresentanza inesistente che ha ceduto il passo ad una rappresentazione costante per inseguire potere e fama. In assenza di una politica strutturale, l’intellettuale ha un dovere di farsi carico di una rappresentanza perduta e riconnette la Torre d’avorio con i fondamenti di uno spazio di riconciliazione dei conflitti. Il primo passo è una revisione del proprio ruolo.

Le sfide dell’intellettuale

Dirsi “intellettuale”, oggi, significa attribuirsi insulti e minacce; assumere un ruolo d’impegno significa misurare la propria rilevanza nell’arena mediatica ed essere oggetto della semplificazione manichea che distribuisce la figura dell’intellettuale all’appartenenza di una “parte” di potere in relazione a determinati interessi. In questo contesto di performatività mediatica, l’intellettuale diventa un sofista con l’obiettivo di efficientare il processo di distribuzione delle merci nello spettacolo imperante del palcoscenico del mondo moderno. Il problema è che il mondo ora brucia nelle fondamenta, l’intellettuale deve assumersi la responsabilità di cambiare per riconnettere le parti di un tempo immerso nel torpore.

L’intellettuale, deve affrontare un percorso di revisione semantica all’interno di spazi ermeneutici differenti:

  1. Irrilevanza Sociale: Una critica comune è che gli intellettuali siano diventati irrilevanti o meno influenti nella società moderna. Con l’avvento di Internet e dei social media, la voce degli intellettuali deve competere con una moltitudine di altre voci, rendendo più difficile il loro ascolto.
  2. Elitismo: Gli intellettuali sono spesso percepiti come parte di un’élite distaccata dalla realtà quotidiana delle persone comuni. Questa percezione può portare a una mancanza di fiducia e a un senso di alienazione tra il pubblico e gli intellettuali.
  3. Assenza di prassi: Alcuni critici sostengono che gli intellettuali siano troppo concentrati sulla teoria e meno sull’azione pratica. Questo li renderebbe meno efficaci nel promuovere cambiamenti reali nella società.
  4. Asservimento ai poteri: Vi è la critica che alcuni intellettuali siano asserviti ai poteri forti, perdendo così la loro indipendenza critica e la capacità di agire come coscienze libere della società.
  5. Perdita di Status: La figura dell’intellettuale ha subito una “perdita di status” a causa della democratizzazione dell’accesso all’informazione e dell’istruzione superiore. Essere un intellettuale non è più sinonimo di uno status sociale elevato come in passato.
  6. Riconoscimento limitato: Il riconoscimento dell’intellettuale è spesso limitato alla cosiddetta “comunità scientifica”, il che può limitare il loro impatto sociale più ampio.
  7. Cliché e Stereotipi: Esiste il cliché dell’intellettuale come persona che riflette sul mondo senza conoscerlo veramente, il che può portare a una percezione negativa della loro figura.

Queste critiche riflettono le sfide che gli intellettuali devono affrontare nel mantenere la loro rilevanza e autorità in un mondo costantemente in crisi.

Ridefinire il ruolo per le sfide attuali

Secondo Camus, l’intellettuale deve assumere una posizione “meridiana”, accettando le contraddizione come parti integranti dell’esistenza umana e tentando di conciliare la complessità della storia rifiutando l’idea della semplificazione e di una soluzione unica e definitiva per l’umanità. Rendere nota la pluralità dei segni dell’esistenza umana significa assumere una postura di agire comunicativo funzionale nel raccordare i frammenti e tentare d’immaginare il puzzle del mondo a pezzi.

Un esempio pratico di ridefinizione del ruolo dell’intellettuale è assumere una consapevolezza critica degli eventi contemporanei, cercando di non lasciarsi trascinare dalle strade digitali e in quadrare la torre d’avorio come punto di vista privilegiato per costruire un dialogo su vari temi come:

la Guerra e la Pace

“La guerra è pace” scriveva Orwell nel suo distopico ‘1984’, evidenziando la pericolosa inversione di significati a cui la società può andare incontro. L’intellettuale deve decifrare queste contraddizioni, smascherando le false narrazioni e promuovendo un dialogo costruttivo. È suo dovere opporsi alla guerra, non solo con parole, ma con azioni concrete che favoriscano la pace.

L’Economia dell’Essere

Di fronte all’inflazione, l’intellettuale non può limitarsi a osservare l’erosione del potere d’acquisto. Deve interrogarsi sul significato stesso del valore e dell’economia. Come affermava Marx, “L’essenza dell’uomo è il complesso delle sue relazioni sociali”. L’intellettuale deve quindi ricercare un’economia più umana, che ponga al centro l’essere umano e non il profitto.

L’Intelligenza Artificiale e l’Umanità

L’avvento dell’intelligenza artificiale pone interrogativi fondamentali sull’essenza dell’umanità. L’intellettuale deve guidare la società attraverso questi quesiti, assicurandosi che la tecnologia serva l’uomo e non il contrario. Come sosteneva Heidegger, “La tecnica è un modo di svelare”. L’intellettuale deve quindi svelare il potenziale umanizzante della tecnologia.

Il Cambiamento Climatico e la responsabilità

Il cambiamento climatico è la sfida più grande del nostro tempo. L’intellettuale ha la responsabilità di agire come coscienza della società, ricordando a tutti la nostra interdipendenza con la natura. “Siamo parte della terra e essa è parte di noi”, dicevano i nativi americani. L’intellettuale deve promuovere un nuovo rapporto con l’ambiente, basato sul rispetto e sulla sostenibilità.

In conclusione, l’intellettuale è il faro che illumina le tenebre dell’indifferenza. È colui che, con coraggio e integrità, si impegna a costruire ponti dove altri erigono muri. La sua missione è quella di ricomporre i pezzi della società frantumata, offrendo opzioni di visioni dalla sua torre.